Il modo di addestrare un cane
può variare a seconda del modo di vivere del padrone, dall’ambiente in cui viene tenuto e dell’indole
della razza. Per questo motivo è consigliabile informarsi su quale sia la razza
più adatta al proprio stile di vita prima di prendere in casa un cucciolo.
Imparare a
comunicare
Per educare un
cane è necessario riuscire a comunicare con lui; questo significa capire il suo
modo di esprimersi e farsi intendere dallanimale stesso.
Il linguaggio del cane
Il cane si esprime con la mimica facciale: con la testa, le orecchie, gli occhi e la bocca comunica le sue sensazioni agli uomini. L’animale manifesta le proprie emozioni anche con la postura del corpo, attraverso la posizione della coda e delle zampe. Infine il cane comunica mediante guaiti, uggiolii oppure abbaiando e ringhiando.
Il linguaggio del padrone
L’uomo comunica con il proprio cane con le parole, la mimica facciale e la postura del corpo. I tre segnali, emessi contemporaneamente, devono combaciare; il cane, infatti, non distingue le parole e presta maggiore attenzione ai gesti e può prendere come un rimprovero un apprezzamento fatto con modi bruschi. Anche la postura del corpo ha significati particolari per il cane: il padrone impartisce ordini in piedi ed invita al gioco se è accovacciato.

COS’È L’AGILITY DOG
L'agility dog è uno sport
cinofilo che consiste in un percorso ad ostacoli (18 ai 22), ispirato al
percorso ippico, nel quale il cane deve affrontarli nell'ordine previsto,
possibilmente senza ricevere
penalità
e nel minor tempo possibile seguendo le indicazioni del conduttore.
In questa gara il conduttore deve seguire il
cane comunicando con esso, dandogli dei comandi e accompagnandolo in tutto il
percorso. Tutto l’addestramento viene affrontato dal cane come un gioco, non si
esercita nessuna coercizione o punizione, ma tante coccole ed incoraggiamento.
L'agility dog, secondo il regolamento della
FCI-Fédération Cynologique Internationale (Federazione cinologica
internazionale), è una disciplina aperta a tutti i cani, nella quale si
affrontano diversi ostacoli con lo scopo di evidenziare il piacere e l'agilità
dell'animale nel collaborare con il conduttore. Si tratta di una disciplina
sportiva che favorisce la sua buona integrazione nella società.

La prima comparsa documentata di rilevanza dell'agility dog fu
come intrattenimento allo show canino Crufts nel 1978. John Varley, un membro
della commissione dello spettacolo dell'anno precedente, venne incaricato di
organizzare un evento che unisse sia l'agilità e l'obbedienza del cane e che
rialzasse l'audience della manifestazione, da anni ormai in calo. Varley chiese
assistenza all'addestratore di cani Peter Meanwell, ed insieme presentarono un
vasto percorso a ostacoli, che ricordava quelli presenti nelle gare equestri,
per mostrare al pubblico la velocità e l'agilità dei cani. Molti ostacoli usati
dai moderni addetti ai lavori erano già presenti a quella dimostrazione,
inclusi l''Over & Under' (la combinazione di una passerella con un tubo),
il 'Tyre Hoop' (lo pneumatico), il 'Weaving Flags' (il moderno slalom) e il
'Canvass Tunnel' (l'attuale tunnel morbido).
Nel 1980, il Kennel Club divenne la prima
organizzazione a riconoscere l'agility come uno sport ufficiale con la stesura
di un regolamento, e il primo evento a essere effettuato sotto il nuovo
regolamento fu appunto il Crufts Show di quell'anno. Il giudice dell'evento fu
Peter Meanwell, con Peter Lewis come notaio. Peter Lewis e John Gilbert (uno
dei pochi concorrenti, che parteciparono all'edizione del 1978, che continuò a
partecipare alla competizione, ad addestrare e a fare il giudice) andarono a
mostrare per tutta l'Europa e in tutto il Mondo il dilagante sport. Il 1983
vide la fondazione di club di agility, il primo club nazionale di agility nel
Regno Unito chiamato Agility Voice e il primo magazine interamente dedicato
allo sport cinofilo di tanto successo.
Origine e sviluppo nel Regno Unito
In
Italia l'agility è approdata nel 1988; i primi stage vennero organizzati nel
1989 a Torino dal GARU (Gruppo Amici Razze Utilità), tenuti dal giudice
francese Jean Pierre Garcia e dall'inglese Peter Lewis.
Anche in Italia tale disciplina suscitò un
interesse tale che il 1º gennaio del 1990 l'ENCI decise di pubblicare un primo
abbozzo di regolamento, per poi adeguarsi - un anno dopo - a quello
internazionale della FCI.
Le prime gare nazionali di questo sport in
Italia si sono tenute nel 1990. Da esse sono stati selezionati i primi
componenti della Nazionale italiana di agility dog.
Già nel 1991, grazie al successo
dell'attività, hanno cominciato a diffondersi specie nel centro-nord
i Club di Agility, mentre le gare si sono
fatte sempre più frequenti e i concorrenti più numerosi.
L'Italia si è trovata subito in una condizione
favorevole nell'addestramento dei cani all'agility, siccome i centri cinofili,
oltre alla decennale esperienza nei campi dell'Obedience, possono apprendere le
tecniche di addestramento dalla vicina Francia, già avanti nel processo di
iniziazione.
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