Il Centro Cinofilo King Dog basa l’addestramento del cane sul metodo naturale e non costrittivo, mettendo in primo piano le qualità naturali e gli istinti più o meno spiccatamente presenti nel soggetto, rispettando i tempi e i modi dell’apprendimento.
giovedì 30 ottobre 2014
mercoledì 3 settembre 2014
PERCHE' IL CANE LECCA LE MANI E IL VISO DEL PROPRIETARIO?
di Manuela Chimera Dott.ssa Veterinaria
Oggi andiamo a vedere perché il cane a
volte si mette a leccare mani, piedi e viso del proprietario: non si tratta di
basi, a seconda del momento e della situazione in cui lo fa vuol dire una cosa
piuttosto che l’altra.
Quante volte lo
abbiamo sentito dire? Il cane mi lecca perché mi dà i
bacini ed è felice. Beh, spiacente smontare ogni volta tutte queste
errate convinzioni, ma non è proprio così. Si tratta ancora una volta di umanizzare troppo il cane, stiamo traducendo un comportamento
canino utilizzando un pensiero umano e come al solito fraintendiamo il
comportamento del cane. Andiamo dunque a scoprire cosa vuol dire quando il cane
ci lecca mani, viso e piedi, a seconda della situazione il messaggio del cane
cambia.
Perchè il cane ci lecca?
Partiamo dalla nascita
dei cuccioli, quando questi vengono leccati
vigorosamente dalla madre per stimolare il sistema respiratorio e il cuore e
per aiutarli a urinare e defecare. Successivamente la madre continua a leccare
i cuccioli per stimolarli e per pulirli. Per i cuccioli questo leccamento
significa ricevere affetto ed attenzioni, ecco perché alcuni cani ci leccano il
viso anche da adulti: soprattutto se è da un po’ che non vediamo il cane, lui
ci lecca le labbra per mimare quel comportamento da cucciolo tramite il quale chiedeva il rigurgito di cibo da parte della
madre. Non è che
proprio ci stia dicendo "Ciao, sono felice di
rivederti, prestami attenzione e rigurgitami del cibo", però ci dice qualcosa del tipo "Ciao, sei tornato, sono contento, che ne
dici di darmi da mangiare così sono ancora più contento?".
A volte capita
di vedere un cane leccare un altro cucciolo o un bambino, utilizzando delleleccate più lente ed accurate. La solita mal interpretazione umana
dice: "Lo sta assaggiando prima di mangiarlo". No, semplicemente il
cane rievoca il comportamento materno, quindi il cane sta cercando di ripulire
il soggetto in questione da tutti quegli odori forti che potrebbero attirare
eventuali predatori. Stesso discorso quando il cane ci lecca le mani o i piedi
sudati, ci stanno in realtà proteggendo dai nostri nemici.

Passiamo poi ad
un altro tipo di leccamento, quello deferente nei confronti di chi è
gerarchicamente superiore. Il cane gregario lecca il
dominante, gli
dimostra rispetto in questo modo e riconosce la sua superiorità nel branco.
Quindi ecco che magari un cane un po’ spaventato dal veterinario, prima fa
qualche leccamento a vuoto (segnale calmante), poi magari ci lecca per indicare
che riconosce la nostra superiorità e chiederci, se fosse possibile, di non
dargli fastidio.
E i cani che si leccano da soli? Beh,
una leccatina di tanto in tanto è normale, ma se il comportamento diventa
continuo e costante allora siete di fronte ad una patologia comportamentale.
Cosa fare se il cane si lecca di continuo?
Se abbiamo detto che una leccatina di quando in quando è
normale, ecco che non lo è leccarsi di continuo. Il cane lo fa perché sta vivendo una situazione di profondo
disagio e stress,
quindi cerca di autogratificarsi leccandosi in modo da rilasciare endorfine
rilassanti. Se siamo arrivati a questo punto, siamo però di fronte a un comportamento ossessivo-compulsivo, che può esitare anche in ferite gravi, i
classici granulomi da leccamento. Ecco che prima di arrivare a questo punto,
sarebbe bene riconoscere che il proprio cane ha una patologia comportamentale e
che deve essere visitato da un veterinario comportamentalista per risolvere il
problema prima che degeneri.
Fonte:http://www.petsblog.it/post/86733/cane-che-lecca-le-mani-e-il-viso-del-proprietario-perche-lo-fa-veterinario-petsblog
domenica 31 agosto 2014
giovedì 28 agosto 2014
martedì 19 agosto 2014
DECRETO COMPETITIVITÀ: E' IL PEGGIOR ATTO SULLA FAUNA DEGLI ULTIMI VENT'ANNI. LA STRAGE DEGLI ANIMALI SELVATICI VOLUTA DAL PD PASSA CON LA FIDUCIA
Con la conversione del
decreto-legge 91/2014 viene definitivamente licenziato il peggiore atto degli
ultimi vent'anni sulla fauna selvatica: caccia di selezione agli ungulati anche
sulla neve, sterminio delle nutrie, caricatori delle carabine semi-automatiche
a cinque colpi anziché due in violazione della direttiva Habitat, gran
pasticcio normativo sui richiami vivi da utilizzare nelle caccie da
appostamento, in violazione della direttiva Uccelli. Quest'ultima scelta
avvenuta nonostante il 28 luglio scorso la Commissione Europea avesse inviato
al Governo italiano una lettera che stronca ogni tentativo di mantenere la
barbarie della cattura con le reti degli uccelli migratori, dichiarandola fuori
legge sempre e comunque, e ribadisce che per la caccia non c'è alcun bisogno di
richiami vivi.
Di richiami vivi ha invece bisogno la piccola lobby venatoria che guida le politiche sulla biodiversità del Partito Democratico e ha totalmente condizionato la linea del partito di maggioranza, su cui pesa la principale responsabilità del decreto, fortemente osteggiato da Sel e Movimento 5 Stelle e da pezzi di altri schieramenti come Forza Italia e Scelta Civica. Il Pd è stato l'unico gruppo parlamentare a non aver lasciato libertà di voto ai propri rappresentanti nelle commissioni competenti e in aula, costringendo i dissidenti, tra cui Monica Cirinnà, Laura Puppato e Silvana Amati, ad un'azione coraggiosa ed ancor più encomiabile in favore degli animali selvatici, che ha persino portato a sfiorare il risultato positivo. E costringendo moltissimi parlamentari democratici a scusarsi, giustificarsi, testimoniare i dubbi, le perplessità, i distinguo.
Il decreto 91 segna una frattura gravissima tra il mondo ambientalista e animalista e la gestione della politica su animali selvatici e biodiversità del Pd: una politica vecchia, dal fiato corto, che tradisce disprezzo verso le regole comunitarie e continua a rincorrere il consenso dei cacciatori, allontanandosi sempre più dalla cultura di attenzione per la natura e rispetto per gli altri esseri viventi, ormai diffusa in ogni dove nella società italiana.
Tutto questo, nonostante la ricca presenza, tra le fila del partito di maggioranza, di persone appassionate e di un mondo sensibile alle questioni della natura e agli aspetti etici, che meriterebbe ben più credito da parte di una politica che vuole essere rinnovatrice, culturalmente giovane, al passo con le grandi sfide dei tempi. C'è proprio qualcosa che non va, nelle politiche per la natura del Partito Democratico.
Lo scempio della fauna del decreto 91 rappresenta una pagina vergognosa, che la memoria non cancellerà ma che noi cancelleremo con i fatti. Perché la nostra battaglia per gli animali selvatici, la biodiversità, l'Europa, i valori di una società civile, continuerà senza pausa alcuna e sarà infine vincente. (8 agosto)
Di richiami vivi ha invece bisogno la piccola lobby venatoria che guida le politiche sulla biodiversità del Partito Democratico e ha totalmente condizionato la linea del partito di maggioranza, su cui pesa la principale responsabilità del decreto, fortemente osteggiato da Sel e Movimento 5 Stelle e da pezzi di altri schieramenti come Forza Italia e Scelta Civica. Il Pd è stato l'unico gruppo parlamentare a non aver lasciato libertà di voto ai propri rappresentanti nelle commissioni competenti e in aula, costringendo i dissidenti, tra cui Monica Cirinnà, Laura Puppato e Silvana Amati, ad un'azione coraggiosa ed ancor più encomiabile in favore degli animali selvatici, che ha persino portato a sfiorare il risultato positivo. E costringendo moltissimi parlamentari democratici a scusarsi, giustificarsi, testimoniare i dubbi, le perplessità, i distinguo.
Il decreto 91 segna una frattura gravissima tra il mondo ambientalista e animalista e la gestione della politica su animali selvatici e biodiversità del Pd: una politica vecchia, dal fiato corto, che tradisce disprezzo verso le regole comunitarie e continua a rincorrere il consenso dei cacciatori, allontanandosi sempre più dalla cultura di attenzione per la natura e rispetto per gli altri esseri viventi, ormai diffusa in ogni dove nella società italiana.
Tutto questo, nonostante la ricca presenza, tra le fila del partito di maggioranza, di persone appassionate e di un mondo sensibile alle questioni della natura e agli aspetti etici, che meriterebbe ben più credito da parte di una politica che vuole essere rinnovatrice, culturalmente giovane, al passo con le grandi sfide dei tempi. C'è proprio qualcosa che non va, nelle politiche per la natura del Partito Democratico.
Lo scempio della fauna del decreto 91 rappresenta una pagina vergognosa, che la memoria non cancellerà ma che noi cancelleremo con i fatti. Perché la nostra battaglia per gli animali selvatici, la biodiversità, l'Europa, i valori di una società civile, continuerà senza pausa alcuna e sarà infine vincente. (8 agosto)
SE IL CANE HA IL NASO SECCO VUOL DIRE CHE STA MALE?
Cerchi di capire se il tuo cane (o il tuo gatto) sta male toccando il suo naso? Non è una tecnica infallibile.
È una credenza che risale a quando i cani venivano usati soprattutto per la caccia. Se un cane ha contratto il cimurro una volta, infatti, il suo naso è secco e le sue capacità olfattive sono irrimediabilmente danneggiate. Quando i cacciatori dovevano comprare un cane gli tastavano il naso (detto anche “tartufo”) per assicurarsi di non fare un cattivo affare, comprandone uno “fuori uso”. La credenza, per estensione, è poi passata anche ai gatti.
Fattori climatici. In realtà il naso di cani e gatti è umido a causa della condensa dell’aria che si forma quando quella calda che esce dal naso entra in contatto con l’aria fredda esterna (un po’ come accade anche a noi quando d’inverno si “fuma” con il respiro). Il fatto che il naso di questi animali sia secco o umido dipende quindi, nella maggior parte dei casi, dalle condizioni climatiche: d’estate con il tempo asciutto sarà più secco, d’inverno sarà più umido.
domenica 27 luglio 2014
Gelosi come Otello: i cani sono possessivi nei riguardi dei loro umani
Lo ha dimostrato uno studio americano che ha filmato le reazioni dei 4 zampe in presenza di finti pelosi che attiravano le attenzioni dei loro amici bipedi.
Roma, 25 luglio 2014 - Non è solo questione di umani. La gelosia appartiene anche ad altre specie e, in particolare, ai cani. Come Otello sono possessivi con i loro amici umani e si mostrano pronti a non voler dividere neanche un attimo delle attenzioni umane con altri pelosi.
Lo ha dimostrato uno studio che, nella sostanza, ha riportato il sentimento della gelosia nella sfera degliistinti più che in quella delle sovrastrutture sociali. Lo studio, condotto su poco meno di una quarantina di cani dai ricercatori dell'università di San Diego, è stato pubblicato su PLOS ONE.
Per i test, i ricercatori hanno seguito il modello usato per esperimenti su bimbi di 6 mesi di età: hanno filmato di nascosto le reazioni dei cani mentre i loro padroni prestavano attenzione a cani finti ma animati, sia parlando con loro che dandogli da mangiare, carezzandoli o mostrando loro un libro. Nell'80% dei casi, i cagnolini veri hanno reagito all'usurpazione con atti di gelosia come toccando con la zampa i padroni per ricevere attenzione, o addirittura nel 25% dei casi cercando di spingere via il finto rivale.
"Il nostro studio suggerisce che non solo i cani dimostrano gelosia ma che tentano di spezzare il legame tra il loro padrone ed il presunto rivale", ha osservato l'autrice principale dell'indagine Christine Harris, professore di psicologia. Secondo i ricercatori, l'esperimento sui cani dimostra che contrariamente a quanto ritenuto da molti, "la gelosia non sarebbe una invenzione sociale ma istintiva". Sentimento comune tra i bipedi ma condiviso anche dai 4 zampe.
Fonte: http://qn.quotidiano.net/lifestyle/2014/07/25/1086324-animali-cani-gelosia.shtml
giovedì 26 giugno 2014
CANI IN SPIAGGIA - TESTO INTEGRALE DELLA LEGGE APPROVATA DALLA REGIONE VENETO
CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO IX LEGISLATURA
205ª Seduta pubblica – Giovedì 12 giugno 2014 Deliberazione legislativa n. 17
OGGETTO: PROPOSTA DI LEGGE RELATIVA A “MODIFICA DELLA LEGGE REGIONALE 28 DICEMBRE 1993, N. 60 “TUTELA DEGLI ANIMALI D’AFFEZIONE E PREVENZIONE DEL RANDAGISMO” E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI”. (Progetto di legge n. 422)
La legge è stata approvata nel testo che segue:
MODIFICA DELLA LEGGE REGIONALE 28 DICEMBRE 1993, N. 60 “TUTELA DEGLI ANIMALI D’AFFEZIONE E PREVENZIONE DEL RANDAGISMO” E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI
Art. 1 - Modifica dell’articolo 3 della legge regionale 28 dicembre 1993, n. 60 “Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo”.
1. Dopo il comma 2 dell’articolo 3 della legge regionale 28 dicembre 1993, n. 60 è aggiunto il seguente:
“2 bis. Al proprietario o al detentore anche temporaneo di animali di affezione è vietato l’utilizzo della catena o di qualunque altro strumento di contenzione similare, salvo che per ragioni sanitarie o per misure urgenti e solamente temporanee di sicurezza, documentabili e certificate dal veterinario curante.”.
1. Dopo il comma 2 dell’articolo 3 della legge regionale 28 dicembre 1993, n. 60 è aggiunto il seguente:
“2 bis. Al proprietario o al detentore anche temporaneo di animali di affezione è vietato l’utilizzo della catena o di qualunque altro strumento di contenzione similare, salvo che per ragioni sanitarie o per misure urgenti e solamente temporanee di sicurezza, documentabili e certificate dal veterinario curante.”.
Art. 2 - Modifica dell’articolo 8 della legge regionale 28 dicembre 1993, n. 60 “Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo”.
1. Dopo il comma 6 dell’articolo 8 della legge regionale 28 dicembre 1993, n. 60 sono aggiunti i seguenti:
“6 bis. La Giunta regionale, al fine di dare attuazione a quanto previsto dall’articolo 3, comma 2 bis, sentita la competente commissione consiliare, emana apposite indicazioni tecniche aventi ad oggetto gli specifici requisiti delle strutture e delle recinzioni volte al ricovero dei cani e dei gatti e le modalità di custodia degli animali di affezione, con disposizioni specifiche per la custodia dei cani da parte dei privati.
6 ter. Le strutture e le recinzioni, realizzate secondo le modalità di cui al comma 6 bis, sono sempre consentite,anche in deroga alla normativa regionale e agli strumenti territoriali, ambientali, urbanistici ed edilizi.”.
1. Dopo il comma 6 dell’articolo 8 della legge regionale 28 dicembre 1993, n. 60 sono aggiunti i seguenti:
“6 bis. La Giunta regionale, al fine di dare attuazione a quanto previsto dall’articolo 3, comma 2 bis, sentita la competente commissione consiliare, emana apposite indicazioni tecniche aventi ad oggetto gli specifici requisiti delle strutture e delle recinzioni volte al ricovero dei cani e dei gatti e le modalità di custodia degli animali di affezione, con disposizioni specifiche per la custodia dei cani da parte dei privati.
6 ter. Le strutture e le recinzioni, realizzate secondo le modalità di cui al comma 6 bis, sono sempre consentite,anche in deroga alla normativa regionale e agli strumenti territoriali, ambientali, urbanistici ed edilizi.”.
Art. 3 - Inserimento dell’articolo 18 bis nella legge regionale 28 dicembre 1993, n. 60 “Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo”.
1. Dopo l’articolo 18 della legge regionale 28 dicembre 1993, n. 60 è aggiunto il seguente:
“Art. 18 bis - Accesso ai giardini, parchi, aree pubbliche ed aree riservate agli animali da compagnia.
1. Agli animali da compagnia, accompagnati dal proprietario o da altro detentore, è consentito l’accesso a tutte le aree pubbliche e di uso pubblico, compresi i giardini, i parchi e le spiagge; in tali luoghi è obbligatorio l’uso del guinzaglio e della museruola o di altri strumenti contenitivi, secondo le modalità già previste dalla normativa vigente.
2. Agli animali da compagnia è vietato l’accesso in aree destinate e attrezzate per particolari scopi, come le aree giochi per bambini, quando a tal fine sono chiaramente delimitate e segnalate con appositi cartelli di divieto.
3. I comuni possono, nell’ambito di giardini, parchi, spiagge ed altre aree destinate a verde pubblico,individuare, mediante appositi cartelli e delimitazioni, spazi destinati agli animali da compagnia, dotandoli anche delle opportune attrezzature; tali spazi sono forniti di acqua, contenitori per la raccolta delle deiezioni, spazi d’ombra ed eventuali divisioni per animali grandi e piccoli.
4. Negli spazi a loro destinati, gli animali possono muoversi, correre e giocare liberamente, senza guinzaglio e museruola, sotto la sorveglianza del responsabile, senza determinare danni alle piante o alle strutture presenti.”.
1. Dopo l’articolo 18 della legge regionale 28 dicembre 1993, n. 60 è aggiunto il seguente:
“Art. 18 bis - Accesso ai giardini, parchi, aree pubbliche ed aree riservate agli animali da compagnia.
1. Agli animali da compagnia, accompagnati dal proprietario o da altro detentore, è consentito l’accesso a tutte le aree pubbliche e di uso pubblico, compresi i giardini, i parchi e le spiagge; in tali luoghi è obbligatorio l’uso del guinzaglio e della museruola o di altri strumenti contenitivi, secondo le modalità già previste dalla normativa vigente.
2. Agli animali da compagnia è vietato l’accesso in aree destinate e attrezzate per particolari scopi, come le aree giochi per bambini, quando a tal fine sono chiaramente delimitate e segnalate con appositi cartelli di divieto.
3. I comuni possono, nell’ambito di giardini, parchi, spiagge ed altre aree destinate a verde pubblico,individuare, mediante appositi cartelli e delimitazioni, spazi destinati agli animali da compagnia, dotandoli anche delle opportune attrezzature; tali spazi sono forniti di acqua, contenitori per la raccolta delle deiezioni, spazi d’ombra ed eventuali divisioni per animali grandi e piccoli.
4. Negli spazi a loro destinati, gli animali possono muoversi, correre e giocare liberamente, senza guinzaglio e museruola, sotto la sorveglianza del responsabile, senza determinare danni alle piante o alle strutture presenti.”.
Art. 4 - Modifica dell’articolo 20 della legge regionale 28 dicembre 1993, n. 60 “Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo”.
1. Dopo il comma 1 dell’articolo 20 della legge regionale 28 dicembre 1993, n. 60 è aggiunto il seguente:
“1 bis. Chiunque violi la disposizione contenuta nel comma 2 bis dell’articolo 3 è soggetto a sanzione amministrativa pecuniaria da euro 100,00 ad euro 300,00.”
1. Dopo il comma 1 dell’articolo 20 della legge regionale 28 dicembre 1993, n. 60 è aggiunto il seguente:
“1 bis. Chiunque violi la disposizione contenuta nel comma 2 bis dell’articolo 3 è soggetto a sanzione amministrativa pecuniaria da euro 100,00 ad euro 300,00.”
Art. 5 - Norma transitoria
1. Ai fini di consentire al proprietario o al detentore anche temporaneo di animali di affezione di adeguarsi a quanto previsto dalla presente legge, il divieto di cui all'articolo 3, comma 2 bis, della legge regionale 28 dicembre 1993, n. 60, così come introdotto dall’articolo 1, non si applica per un periodo di sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge.
1. Ai fini di consentire al proprietario o al detentore anche temporaneo di animali di affezione di adeguarsi a quanto previsto dalla presente legge, il divieto di cui all'articolo 3, comma 2 bis, della legge regionale 28 dicembre 1993, n. 60, così come introdotto dall’articolo 1, non si applica per un periodo di sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge.
Cani sulle spiagge venete? Solo se i gestori o i Comuni non lo vietano.
Dopo l'approvazione
della legge regionale si pensava che gli accessi dei pelosi fossero stati
legalizzati in tutti i luoghi pubblici. In realtà la legge ribalta solo il
principio: dove non è espressamente vietato è consentito. Ma può essere vietato
ovunque, a patto che sia segnalato o riferito
Ma le cose non stanno esattamente così. La
legge, in realtà, ribalta il principio base e consente tutto ciò che
non è espressamente vietato. La regione dice sì all'ingresso in
spiagge, campeggi, giardini e quant'altro a cani e gatti a
meno che il gestore del singolo arenile, il proprietario del singolo giardino o di un'altra area pubblica non
decida di vietarlo espressamente.
Il divieto può essere opposto sia dal gestore
dello stabilimento balneare - che dovrà avere cura di affiggere apposito
cartello - o dal Comune di pertinenza. Così potrà accadere nel campeggio,
nell'area verde o in qualsiasi spazio comune. Secondo il principio rovesciato di cui sopra:
se il cartello di divieto non c'è o il gestore non lo specifica espressamente,
si può entrare con il peloso al seguito. Peraltro la normativa venetanon impone che i proprietari di stabilimenti o i
Comuni debbano individuare, per
forza, aree da riservare ai quattrozampe. Anzi. L'unica
sanzione alla quale il testo fa riferimento è quella per i proprietari di
animali che
non viaggino muniti di guinzaglio e museruola. Altro divieto invalicabile è quello
di portare animali domestici nelle aree riservate ai bambini, come nei giardini
o altrove.
La legge, per farla breve, lascia un ampio
margine di discrezionalità, talmente ampio da consentire di non modificare di
nulla, o quasi, la situazione. E non prevede che i Comuni si debbano
espressamente pronunciare sulla materia ma se lo fanno o se, nel Comune, vige
un regolamento discordante, il volere del Comune diventa prevalente.
La nuova normativa fissa principi generali
apprezzati e importanti ma, nella pratica, rischia di restare molto teorica. Se
il gestore non vuole, se il Comune non è d'accordo, se il proprietario nicchia,
niente da fare: il cane resta a casa e in spiaggia ci va il padrone da solo.
Fonte:http://qn.quotidiano.net/lifestyle/2014/06/26/1083569-animali-spiagge-veneto.shtml
mercoledì 11 giugno 2014
Cani e gatti: consigli contro il caldo afoso
Una forte ondata di caldo ha
fatto alzare le temperature lungo tutto il territorio italiano, in sintonia con
l’estate alle porte. Ma il passaggio repentino dei gradi verso l’alto ha messo
alle strette chi l’afa la patisce particolarmente, cani e gatticompresi.
Esattamente come l’uomo, l’amico a quattro zampe soffre questo innalzamento
delle temperature, per questo è importante monitorarne i movimenti evitando
l’esposizione prolungata al sole.

Mai lasciare il cane
o il gatto al sole in giardino oppure chiuso all’interno di un automobile, senza la
possibilità di un ricambio d’aria. Questa condizione potrebbe favorire respiro
affannoso, un forte malessere e svenimento. Se non si interviene
tempestivamente, liberando l’animale dalla condizione di sofferenza, si può
giungere alla morte con rapidità. Per questo è importante
intercettare il proprietario dell’auto, interpellare le forze dell’ordine e il
veterinario di zona. Indispensabile poi creare ombra e gettare acqua tramite le
fessure fino all’apertura della macchina, quindi estrarre l’animale
sistemandolo all’ombra, rinfrescandolo con pezze di stoffa bagnata in attesa
del veterinario.
Mai
passeggiare nelle ore più calde, in particolare se il quadrupede è anziano,
quindi fornirgli sempre acqua fresca cambiata con frequenza. Mai esporre
anche gli altri animali domestici al sole e al caldo diretto, ma consentire
loro la possibilità di un riparo, dell’ombra e magari un po’ di refrigerio,
dato dal ventilatore non puntato sul corpo oppure di un bagno.
Quindi evitare di recludere gli amici di casa in gabbia o nel trasportino,
abbandonandoli sotto il sole diretto. I nostri amici hanno bisogno
di cure e attenzioni, importante garantirgli il massimo benessere e la totale
sicurezza.
Fonte: http://www.greenstyle.it/cani-gatti-consigli-caldo-afoso-93143.html
domenica 8 giugno 2014
Bocconi avvelenati a Spinea morti sei cani in sette giorni.
È successo al Villaggio dei Fiori: gli animali sarebbero vittime della stricnina Si raccomanda di evitare la zona di via Baseggio finchè non sarà bonificata.
SPINEA. Bocconi avvelenati, allarme al Villaggio dei Fiori, dove secondo diversi residenti e l’associazione Mamma Rosa sono già morti sei cani solo nell’ultima settimana. I bocconcini, imbevuti probabilmente di stricnina, un veleno letale che non lascia scampo e lasciati tra l’erba in modo da essere trovati e inghiottiti dai cani a passeggio, sono stati disseminati in particolare nell’area cani tra via Baseggio e via De Curtis, non lontano dalla zona del supermercato Pam.
Chiaro l’intento di colpire gli animali, sia perché la zona è appositamente predisposta per liberare i cani all’interno di un recinto, sia perché la stricnina è un tipo di veleno che non lascia scampo, molto più letale del normale veleno per topi utilizzato in altre occasioni dagli avvelenatori. I cani deceduti, infatti, sono morti nel giro di un’ora o poco più. Diversi i casi segnalati che hanno fatto scattare l’allarme in città.
Martedì sono morti due meticci di proprietà di una signora del posto. Lunedì era toccato a due esemplari di Amstaff, cani strutturalmente molto forti, morti circa un’ora dopo aver scorrazzato nella zona incriminata. I casi continuano fino a una settimana fa, con la morte di un altro cane, ma si tratta solo degli episodi denunciati e resi pubblici dai proprietari o da conoscenti, altri potrebbero essere accaduti nello stesso periodo recente. Già informato dell’accaduto il sindaco di Spinea Silvano Checchin.
A denunciare il fatto sono stati alcuni residenti del Villaggio dei Fiori. «Io stesso ieri ho temuto per la mia cagnolina», afferma Stefano Mozzato, residente in zona, «è stata male e sapendo dei casi precedenti ho subito chiamato il veterinario, che ha effettuato degli esami del sangue. Fortunatamente è salva, ma come altri ho deciso di evitare l’area cani per un po’. Ci siamo mobilitati e denunceremo il fatto anche ai carabinieri, perché il pericolo non è solo per i cani, ma anche per i bambini, che possono raccogliere i bocconi avvelenati e poi mettersi le mani in bocca».
L’allarme è stato raccolto anche dall’associazione animalista Mamma Rosa, che si occupa, tra le altre cose, di recupero e adozioni di cani e gatti abbandonati tra le province di Venezia, Padova e Treviso. Sul proprio profilo Facebook, dove i soci hanno rilanciato l’allarme, raccomandandosi a vicenda di tenersi lontani dall’area cani di via Baseggio, è arrivata negli ultimi giorni l’indignazione di molti residenti e proprietari di animali, preoccupati dall’ecatombe che in pochi giorni ha ucciso almeno sei cani di tutte le taglie. Tutti raccomandano di evitare la zona fintantoché non verrà ordinata una bonifica dell’area.
Filippo De Gaspari
http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2014/06/05/news/bocconi-avvelenati-a-spinea-morti-sei-cani-in-sette-giorni-1.9370998
"L'Emilia Romagna fermi la barbarie normativa sulla dimensione dei box"
Roma, 7 giugno2014 - Le regole per la custodia dei cani proposte dalla IV commissione del Consiglio dell'Emilia-Romagna, in attuazione della legge regionale contro l'uso della catena, sono un esempio di "barbarie normativa" e, se adottate, certamente provocherebbero agli animali "gravi danni psico-fisici". Lo afferma l'on. Michela Vittoria Brambilla, FI, presidente della Lega italiana per la Difesa degli animali e dell'Ambiente, che invita la Regione a non "istituzionalizzare" il maltrattamento.
"Invece di compiacere le lobby venatorie che per i propri comodi vorrebbero confinare un cane di trenta chili in un box di 2 metri per 2,2 – chiede l'ex ministro – le autorità competenti a redigere il regolamento ascoltino le voci davvero qualificate: gli appelli delle associazioni animaliste unito al parere motivato di zoologi ed etologi. Anche per evitare una spettacolare contraddizione con i propositi della legge regionale, nata per aumentare, non per ridurre, il benessere degli animali. E con i requisiti minimi, definiti dalla Regione stessa nel settembre dell'anno scorso, per i canili di nuova costruzione: 9 metri quadrati se il box ha un'area di sgambamento aggiuntiva o 20 metri quadrati se non ce l'ha. Se si seguisse la strada tracciata dalla IV commissione, arriveremmo al paradosso che un cane avrebbe più spazio garantito in un canile che nell'abitazione del proprietario".
"Del resto, che la stessa legge regionale di recente approvazione fosse solo il tentativo malcelato dinascondere l'insensibilità della giunta nei confronti di un tema di grande rilevanza sociale, era già chiaro dal momento che non si è poi provveduto a fare gli atti successivi, necessari per la sua attuazione. La maggioranza dei cittadini - conclude l'on. Brambilla - ama gli animali e vuole vedere tutelato il loro benessere. La regione lo comprenda e soprattutto la smetta di prendere in giro la gente".
http://qn.quotidiano.net/lifestyle/2014/06/07/1075833-animali-emilia-brambilla.shtml
lunedì 2 giugno 2014
Vi spiego chi siamo
Il centro
è nato per avere un punto di incontro tra appassionati del mondo cinofilo, dove
far crescere e diffondere la conoscenza della cinofilia svolgendo attività
sportive ed agonistiche con il nostro amico nelle varie discipline e imparando
le regole della buona convivenza. Il centro offre tre campi, uno attrezzato con percorso Agility, materiale ed ostacoli per obbedienza e
agonistica, con impianto di illuminazione, regolarmente recintato e con
parcheggio. Diversamente da ciò che avviene in
molti centri di addestramento, il cane non è "affidato a qualcun
altro" : qui sono i proprietari che, sotto la guida di esperti istruttori,
addestrano il proprio cane, con un metodo che si è dimostrato vincente sotto
tutti gli aspetti: l’amore, il gioco, il premio, la soddisfazione, le
coccole..... E’ un metodo molto efficace
che, oltre a dare grandi risultati rafforza il rapporto di affetto, di amicizia
e di collaborazione tra il cane e l’uomo, facendo scoprire un nuovo modo di
stare insieme e di godersi la vita. I cani vengono addestrati alternando
momenti "in solitaria" a momenti “in gruppo” così imparano
anche a socializzare e a rapportarsi correttamente con gli altri cani e
proprietari.
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